Private equity, scendono i rendimenti nel 2016

Scendono i rendimenti nel 2016 per i private equity che hanno investito in Italia.

Stando alla ricerca realizzata da Kpmg Corporate Finance e coordinata dal responsabile Maximilian P. Fiani, coadiuvato da Matteo Landriscina, le performance dello scorso anno sono state pari al 14,5% sul portafoglio in termini di Irr lordo aggregato, relativo ai disinvestimenti realizzati nel corso del 2016. Un dato in calo rispetto all’anno precedente (17,8%) e al 2014 (19,7%) ma che la ricerca di Kpmg, sulla base dei dati forniti da Aifi tiene conto sia dell’attività dei fondi domestici sia di quelli internazionali, considera comunque positivo e in linea con i buoni rendimenti registrati negli utlimi anni.

L’analisi riguarda nel dettaglio 64 disinvestimenti effettuati da parte degli operatori, in calo dai 74 nel 2015, condotti da 40 operatori (dai 43 del 2015), per un cash in (capitali incassati dai fondi) totale di 3,364 miliardi (da 3,333 miliardi) a fronte di un cash out (totale investito dai fondi relativamente alle partecipazioni disinvestite) di 1,511 miliardi (da 1,382 miliardi). Il multiplo medio di uscita implicito (“cash multiple”) resta stabile su valori elevati (2,2 volte nel 2016 dalle 2,4 volte nel 2015) a riprova della positività dell’anno 2016.  

schermata_2017-07-07_alle_12.35.13.png

Lo scorso anno inoltre ci sono state tre operazioni di disinvestimento che da sole hanno rappresentato il 25,4% del cash in complessivo per Irr compresi tra il 50% e il 100%, mentre c’è un gruppo di 16 operazioni che ha rappresentato il 42,5% del cash in e che ha registrato Irr compresi tra il 10% e il 30%. I write-off, ossia le svalutazioni dell’investimento, sono stati 11 nel 2016 (di cui 10 totali e uno parziale e il 91% sul segmento early stage), cioé il 17,2% del totale dei disinvestimenti, contro i 18 del 2015 (24,3%). Se guardiamo però ai valori dell’investimento iniziale il peso di queste svalutazioni è stato molto basso: 47 milioni di euro, pari al 3,1% del cash out (contro il 7% del 2015).

Nel dettaglio i fondi di buyout, che nel 2015 avevano registrato un Irr del 18%, lo scorso anno sono scesi al 14,2%, quando nel 2014 l’Irr era stato del 22%. Per contro, le operazioni di supporto allo sviluppo (expansion) hanno registrato un miglioramento di performance, passando al 14,3% dal 10,3% del 2015.

Infine, se si distingue per tipologia di operatore, i fondi italiani hanno registrato nel 2016 una performance positiva del 7%, ma in riduzione rispetto a 10,8% 2015. Gli operatori bancari hanno migliorato nettamente la loro performance al 10,6% dall’1,6%, mentre i fondi internazionali hanno conseguito i risultati migliori del campione, anche pure in netto se in calo: al 19,1% da ben il 31,8% nel 2015. 

 

Noemi

SHARE