Le “stelle” italiane conquistano Londra

Stelle in casa ma anche all’estero. Delle 69 che compongono l’universo Star di Borsa Italiana, ovvero il Segmento Titoli ad Alti Requisiti, 46 società si sono presentate alla City di Londra nella sede del London Stock Exchange Group in occasione della Star Conference 2015 il 5 e il 6 ottobre 2015. 

Due giorni in cui le aziende si sono esibite in 700 incontri one-to-one con 120 investitori in rappresentanza di 95 case di investimento. Con una media di oltre 15 incontri a società, il management delle “stelle” ha avuto la possibilità di illustrare alla platea di maison finanziarie straniere le proprie strategie e gli obiettivi nonché di aprirsi a nuove possibilità.

D’altronde, l’eccellenza italiana piace e soprattutto piacciono i settori tradizionali, dalla meccanica fino alla moda. In questo senso, fra le imprese che hanno suscitato maggiore interesse ci sono ad esempio Ima, Interpump, Datalogic, Banca Ifis, Biesse e Banca Sistema. Quest’anno alla due giorni londinese partecipano inoltre le quattro società ELITE che si sono quotate su AIM Italia: Tech-Value, Bomi Group, Masi Agricola e Giglio Group, le quali hanno avuto la possibilità di presentare i propri risultati e piani di crescita agli investitori internazionali. 

Oltre ai tradizionali incontri, la Conference ha ospitato per la prima volta anche meeting digitali su ELITE Connect, la nuova piattaforma del London Stock Exchange Group che mette in contatto società quotate, investitori istituzionali e intermediari.

Il segmento Star, con le sue 69 società quotate, ha una capitalizzazione complessiva pari a 30,58 miliardi di euro (+35% rispetto alla capitalizzazione del segmento nel 2014) mentre la capitalizzazione media per società è di 443 milioni di euro. Nel primo semestre del 2015, inoltre, l’81% delle società ha registrato un aumento del fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Particolarmente significativo, in questo contesto, è il dato degli investitori esteri nel capitale delle società STAR, pari al 91% del totale degli investitori istituzionali (32% Nord America, 21% UK, 1% Asia e Oceania, 37% resto dell’Europa, con nell’ordine Germania 8%, Francia 7%, Paesi Nordici 10% e Svizzera 4%).

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