Gianni Zonin lascia la presidenza di Popolare Vicenza

Cambio ai vertici della Banca Popolare di Vicenza. Gianni Zonin (nella foto) lascia dopo 20 anni la presidenza del gruppo, e passa il testimone a Stefano Dolcetta (foto a sinistra), 66 anni, amministratore delegato di una delle aziende meccaniche più importanti a livello internazionale, la Fiamm Spa, e dal 2012 vicepresidente di Confindustria con delega alle Relazioni industriali.

dolcetta_stefano.jpg«Oggi – ha dichiarato Zonin – è possibile per me fare un passo indietro, perché lascio la banca in mani serie e affidabili, innanzitutto quelle del consigliere delegato e direttore generale Francesco Iorio, che sta realizzando con rigore e straordinaria capacità quel disegno a medio termine che porterà la Banca Popolare di Vicenza a diventare un imprescindibile soggetto economico, finanziario e sociale per il Nordest e per tutto il nostro Paese».

Le dimissioni di Zonin erano un atto atteso dal mercato per dare un segnale del nuovo corso della Banca, impegnata da mesi nel difficile risanamento dei conti e nella ricostruzione di una credibilità messa a rischio a livello nazionale e internazionale dalle inchieste giudiziarie, ispezioni della Bce e perdite di bilancio consistenti. E anche per questo  precedono la riunione convocata a Milano oggi 24 novembre da Danièle Nouy, presidente dell’Ssm, il meccanismo di vigilanza unico della Banca centrale europea, alla presenza degli amministratori delegati delle 13 banche vigilate dalla Bce.

Fra queste, appunto, Banca Popolare di Vicenza, ora impegnata a concludere l’aumento di capitale e la quotazione in Borsa – per i quali nei prossimi giorni l’ad Iorio e il vicedirettore generale vicario Iacopo De Francisco dovrebbero essere in Gran Bretagna e Stati Uniti per un primo road show  – e forte di un rinnovamento ai vertici con un nome come quello di Dolcetta, apprezzato negli anni negli ambienti industriali. Che commenta: «Sapremo, a fianco delle nostre istituzioni, essere trasparenti e chiari con i nostri soci e con i nostri clienti, cui chiedo di diventare i primi alleati della Banca, senza la quale il nostro grande territorio non avrebbe raggiunto i risultati economici che sono tangibili a livello internazionale, ma che ha certamente consentito al Nordest di superare questi anni di grande crisi».

Oltre all’aumento di capitale da 1,5 miliardi, finalizzato a portare i requisiti patrimoniali dell’istituto verso quel Cet1 al 10,25% chiesto dalla Bce, e la quotazione in Borsa, all’attenzione del nuovo presidente ci saranno anche la multa della Consob da 73mila euro per condotte irregolari nella valutazione di adeguatezza dei clienti, una seconda ispezione Consob avviata lo scorso aprile e ancora in corso e dagli esiti sconosciuti, la riorganizzazione interna, che comporterà 150 filiali in meno e 585 esuberi, e, non ultimo, il rischio di contenziosi che potrebbero presentarsi nel rapporto con i soci. 

Noemi

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